Music Club

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Stasera mi butto

La prima edizione di “Stasera mi butto – Loss di gean” si svolge nel 2009, ma l’idea di organizzare una manifestazione di questo tipo circolava fra i membri del Direttivo del Music Club già da qualche anno. Essendo quasi tutti musicisti, sapevamo quanto difficile fosse, se non sei già „famoso“ e magari neanche troppo „bravo“ (può succedere...), trovare opportunità per esibirsi. “Stasera mi butto – Loss di gean” nasce con questo obiettivo: creare una manifestazione musicale aperta a tutti gli artisti/e, senza limitazioni di età, in cui si vuole dare la possibilità a chi è appassionato di musica di farsi sentire, esibendosi sopra un vero palco, davanti ad un vero pubblico e utilizzando un’attrezzatura tecnica professionale. Con questa motivazione ci siamo buttati (appunto…) in questo viaggio, con tanti dubbi, ansie e, perché no, speranze. È bastata la prima edizione per capire che l’idea era quella giusta: più di trenta iscritti, tra band e solisti, e tanto tanto interesse per l’iniziativa, soprattutto da parte dei giovani. Da quell’anno (il 2009) è stato un continuo, costante e anche un po’ impressionante crescendo di adesioni (più di 50 iscritti, tra gruppi e solisti, nelle ultime edizioni), di interesse, di apprezzamento e di livello tecnico-artistico. A questo crescendo anche noi del Music Club abbiamo dovuto stare dietro, moltiplicando l’impegno, il lavoro, la fatica e aggiornando ed adeguando costantemente la formula del concorso. Formula (o format, come si dice ora) che abbiamo cercato comunque di mantenere il più possibile fedele alle idee di base originarie: apertura a tutti, gratuità, multi-etnicità e bilinguismo totali, supporto tecnico professionale e sempre all’avanguardia. La struttura regolamentare di base è sostanzialmente rimasta invariata: - una prima fase di “selezione” (inizialmente si chiamava „casting“, poi „free session“) che permette l’accesso alla serata finale („final show“), dove si gareggia presentando un brano. - Due categorie di gara: „solisti“ e „band“, alle quali si è presto aggiunta la categoria „original“ per valorizzare i tanti autori della propria musica. - Classifica finale stabilita da una giuria di esperti e dal pubblico (con il nostro „applausometro“, divenuto, nel corso degli anni, celeberrimo). Già dopo la prima edizione ci siamo accorti che il „casting“ (che durava una giornata e si svolgeva in una piccola sala prove) andava implementato: i gruppi arrivavano magari da lontano per proporre un unico brano davanti al direttivo MC, e molti di loro non sarebbero stati ammessi alla serata finale: troppo poco! Perciò negli anni successivi il casting è stato allungato e distribuito su più giorni (tre fine settimana, nelle ultime edizioni!), fino a diventare un vero e proprio piccolo concerto , con mezz’ora di esibizione libera su un vero e proprio palco, con impianto audio-luci adeguato e pubblico („free session“, appunto). Ma il concorso cresceva sotto tutti gli aspetti; e con esso il livello artistico dei concorrenti (alcuni sono stati semplicemente sbalorditivi!). Dovevamo ogni anno anche noi alzare l’asticella: delle attrezzature, delle luci, dei premi, del budget, degli ospiti, del tempo, della grafica, della pubblicità, degli sponsor. Dell’impegno, insomma. Due elementi, in tutti questi anni, non sono stati implementati: - la giuria, semplicemente perché il suo livello di competenza e autorevolezza è stato notevolissimo fin dalla prima edizione (a proposito: grazie ancora ragazzi…). - il teatro, ossia il caro, vecchio Haus Unterland. La struttura si è rivelata presto piuttosto inadeguata sia per capienza, che per acustica, che per logistica. Ma era l’unica struttura a disposizione e, finché è stato possibile, abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco. - per inciso, riteniamo che sia decisamente il tempo che Egna si doti di un vero e proprio teatro, dove si possa svolgere in sicurezza ed efficienza l’attività culturale del paese. E veniamo al 2018, quando, a chiusura della decima edizione, ci siamo guardati negli occhi (piuttosto affaticati, in verità) e abbiamo subito capito tutti che, forse, dovevamo prenderci una pausa. La manifestazione era diventata troppo grossa per un piccolo gruppo di, ormai, ex-giovani. Era difficile, ormai, gestire gli impegni, la fatica, gli spazi e le responsabilità. E così, con molta tristezza e altrettanta malinconia, abbiamo detto, stop. È quindi cominciato il tempo dei bilanci, ed il nostro è assolutamente positivo. Siamo fieri ed orgogliosi di quello che abbiamo fatto, soprattutto perché abbiamo visto realizzarsi il nostro obiettivo: creare „ponti“ tra gli artisti (soprattutto giovani); far uscire le band dalle loro cantine e metterle in comunicazione con altri gruppi, di altri generi, di altra lingue, di altre culture, di altre regioni, di altre età. In dieci anni, sui palchi delle „free sessions“ o dei „final show“, abbiamo visto il nascere di collaborazioni artistiche; il crearsi di nuovi gruppi; il fondersi di esperienze musicali diverse; e anche lo sbocciare di relazioni sentimentali. Tutto questo ci gratifica e ci rende felici. Missione compiuta, „ragazzi“ del Music Club! 

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Missione compiuta, „ragazzi“ del Music Club! 
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Stasera mi butto

La prima edizione di “Stasera mi butto – Loss di gean” si svolge nel 2009, ma l’idea di organizzare una manifestazione di questo tipo circolava fra i membri del Direttivo del Music Club già da qualche anno. Essendo quasi tutti musicisti, sapevamo quanto difficile fosse, se non sei già „famoso“ e magari neanche troppo „bravo“ (può succedere...), trovare opportunità per esibirsi. “Stasera mi butto – Loss di gean” nasce con questo obiettivo: creare una manifestazione musicale aperta a tutti gli artisti/e, senza limitazioni di età, in cui si vuole dare la possibilità a chi è appassionato di musica di farsi sentire, esibendosi sopra un vero palco, davanti ad un vero pubblico e utilizzando un’attrezzatura tecnica professionale. Con questa motivazione ci siamo buttati (appunto…) in questo viaggio, con tanti dubbi, ansie e, perché no, speranze. È bastata la prima edizione per capire che l’idea era quella giusta: più di trenta iscritti, tra band e solisti, e tanto tanto interesse per l’iniziativa, soprattutto da parte dei giovani. Da quell’anno (il 2009) è stato un continuo, costante e anche un po’ impressionante crescendo di adesioni (più di 50 iscritti, tra gruppi e solisti, nelle ultime edizioni), di interesse, di apprezzamento e di livello tecnico- artistico. A questo crescendo anche noi del Music Club abbiamo dovuto stare dietro, moltiplicando l’impegno, il lavoro, la fatica e aggiornando ed adeguando costantemente la formula del concorso. Formula (o format, come si dice ora) che abbiamo cercato comunque di mantenere il più possibile fedele alle idee di base originarie: apertura a tutti, gratuità, multi-etnicità e bilinguismo totali, supporto tecnico professionale e sempre all’avanguardia. La struttura regolamentare di base è sostanzialmente rimasta invariata: - una prima fase di “selezione” (inizialmente si chiamava „casting“, poi „free session“) che permette l’accesso alla serata finale („final show“), dove si gareggia presentando un brano. - Due categorie di gara: „solisti“ e „band“, alle quali si è presto aggiunta la categoria „original“ per valorizzare i tanti autori della propria musica. - Classifica finale stabilita da una giuria di esperti e dal pubblico (con il nostro „applausometro“, divenuto, nel corso degli anni, celeberrimo). Già dopo la prima edizione ci siamo accorti che il „casting“ (che durava una giornata e si svolgeva in una piccola sala prove) andava implementato: i gruppi arrivavano magari da lontano per proporre un unico brano davanti al direttivo MC, e molti di loro non sarebbero stati ammessi alla serata finale: troppo poco! 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La struttura si è rivelata presto piuttosto inadeguata sia per capienza, che per acustica, che per logistica. Ma era l’unica struttura a disposizione e, finché è stato possibile, abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco. - per inciso, riteniamo che sia decisamente il tempo che Egna si doti di un vero e proprio teatro, dove si possa svolgere in sicurezza ed efficienza l’attività culturale del paese. E veniamo al 2018, quando, a chiusura della decima edizione, ci siamo guardati negli occhi (piuttosto affaticati, in verità) e abbiamo subito capito tutti che, forse, dovevamo prenderci una pausa. La manifestazione era diventata troppo grossa per un piccolo gruppo di, ormai, ex-giovani. Era difficile, ormai, gestire gli impegni, la fatica, gli spazi e le responsabilità. E così, con molta tristezza e altrettanta malinconia, abbiamo detto, stop. È quindi cominciato il tempo dei bilanci, ed il nostro è assolutamente positivo. 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